Blog

Perché il tuo cervello può limitare i tuoi risultati
La tua testa, il tuo modo di pensare, la tua attitudine, possono fare la differenza nel raggiungere o meno i tuoi obiettivi.
Ricordi quella scena in Matrix in cui Neo carica l’allenamento di Kung Fu direttamente nel suo cervello e alla fine dice “Io conosco il Kung-fu”?
Beh, odio dirtelo, ma si sbagliava. In realtà non conosceva il Kung Fu, pensava solo di conoscerlo: nel senso che capiva questa disciplina in modo meccanicistico ed a livello cognitivo sapeva come dare pugni e calci.
Se provasse a eseguire queste mosse nel mondo reale probabilmente finirebbe per strapparsi qualche muscolo o rompersi un osso perché il suo corpo dal punto di vista fisico non ha attraversato realmente una specifica preparazione fisica, un preciso allenamento e condizionamento che accompagna l’apprendimento delle arti marziali.
Questo cosa a che fare questo con i tuoi obiettivi?
Come stavo dicendo poco sopra, proprio come Neo pensava di conoscere il Kung-Fu, esistono sono cose al mondo che pensi di sapere, che sei convinto di sapere, ma che in realtà non sai.
La trappola cognitiva
Questo conflitto tra ciò che pensi di sapere ed in realtà non sai, può portarti a prendere decisioni sbagliate. Questo errore di pensiero è noto come trappola cognitiva.
Una trappola cognitiva è quando commettiamo un errore con il nostro pensiero. Ad esempio come hai creduto totalmente a Neo quando ti ha detto che conosceva il Kung Fu ma in realtà non era così.
Il mondo del fitness è una grande vecchia gabbia di trappole cognitive che ti porta a dare giudizi sbagliati, a credere a stronzate davvero stravaganti ed a fare cose che potrebbero ostacolare realmente i tuoi progressi.
Ecco 10 modi in cui il tuo cervello limita i tuoi obiettivi
1. L’illusione del corpo dell’atleta
L’illusione del corpo dell’atleta si verifica quando confondiamo una predisposizione genetica con i risultati raggiunti. In altre parole crediamo che un atleta, un modello, un attore cinematografico, un influencer ecc di Instagram, ha ottenuto quel fisico grazie al suo allenamento piuttosto che nonostante il suo allenamento.
Ti faccio un esempio. Spesso si crede che per avere un fisico come quello di un nuotatore professionista si dovrebbe iniziare a spaccarsi in due a suon di vasche in piscina. Dopo diverso tempo si arriva alla triste consapevolezza che i nuotatori campioni del mondo, sono campioni del mondo a causa della loro predisposizione genetica per lo sport. Nel nuoto ad esempio i campioni del mondo tendono ad avere di base braccia lunghe e spalle larghe ed altre caratteristiche che poi affinano con l’allenamento.
Per capire questa “trappola”, immagina di avere un gruppo di bambini dove tutti vogliono diventare atleti professionisti in uno sport particolare. Man mano che progrediscono ed il livello di competitività aumenta, i ragazzi i cui fattori di selezione (tratti genetici) sono più adatti allo sport praticato progrediranno. Al contrario, i ragazzi che non hanno fattori di selezione favorevoli non progrediranno, si scoraggiano e si arrenderanno.
Questo processo continua a ripetersi finché non vedi l’atleta in TV ed è qui che l’illusione del corpo dell’atleta entra in gioco, presumerai che devi fare ciò che sta facendo quell’atleta per ottenere un corpo come il suo.
Quale fisico è il migliore?
Guarda l’immagine qui sotto che mostra tre diversi atleti di tre diversi sport, tutti con tre fisici dall’aspetto molto diversi.
Se ti chiedessi quale fisico desideri di più, sono sicuro che senza indugi sceglieresti Ronaldo, per il semplice motivo che il suo fisico è ciò che la maggior parte delle persone associano al corpo atletico: una buona quantità di massa muscolare con basso grasso corporeo.
In primis gli atleti in questione però non si stanno allenando per apparire sulla copertina di un giornale, ma bensì si stanno allenando per ottenere le massime prestazioni fisiche specifiche nel loro sport. Indipendentemente da ciò che ti ha detto il tuo “personal trainer” i due obiettivi si escludono a vicenda.
Secondo, Ronaldo sembrerebbe così indipendentemente dal modo in cui si allena. Guarda le centinaia di altri calciatori che si allenano in modo simile ma non hanno il fisico di Ronaldo.
Gli atleti e le atlete che vedi sulle riviste di fitness, negli annunci di moda, che spopolano su instagram hanno appunto un fisico che attira i possibili clienti. Mettere Cristiano Ronaldo sulla copertina della tua rivista di fitness e scrivere “allenati come Ronaldo per avere addominali come i suoi” vende milioni copie.
La stessa cosa accade con i fitness influncer e le celebrità di Instagram: vengono selezionati in primis per il loro aspetto, non certo perché hanno fatto un programma di allenamento realmente efficace o mangiato in un modo realmente corretto.
Soluzione:
Sappiamo come crescono i muscoli, come sollevare pesi e diventare più forti nel tempo. Se vuoi avere il fisico di uno specifico atleta, smetti di allenarti come quell’atleta e concentrati sulla costruzione muscolare e sulla riduzione del grasso corporeo con un programma specializzato per te.
2. Euristica della rappresentatività
Ti ticordi in Terminator 2 quando John sta scappando dal poliziotto (che è in realtà è un Terminator inviato per ucciderlo) e si imbatte in Arnold che è vestito da bikers con un bel fucile in mano?
John pensando “caspita quest’uomo ha un fucile in mano e me lo sta puntando contro”, scappa da Arnold e va verso il poliziotto. Ma chi è davvero il Terminator che cercherà di ucciderlo? Arnold o il poliziotto?
Tutta quella parte del film dove John impazzisce dalla paura e pensa che sia Arnold che gli sparerà viene chiamata euristica della rappresentatività.
L’euristica della rappresentatività è una scorciatoia mentale che usiamo per giudicare e/o fare previsioni in funzione di specifici preconcetti. In altre parole ci aspettiamo che il soggetto X assomigli al prototipo di X che abbiamo in mente.
Nell’esempio del Terminator il tizio grosso e spaventoso che mi punta contro un fucile: cattivo; il poliziotto in divisa: buono.
Questo medesimo errore mentale si verifica quando vediamo qualcuno con un super fisico ed automaticamente supponiamo che la determinata persona sappia benissimo di cosa stia parlando (a prescindere dalla reale credibilità delle informazioni che trasmette) basandosi esclusivamente sulla rappresentazione del suo fisico.
Anche in questo caso l’errore sta nel pensare che questa persona abbia quel super fisico perché conosce benissimo tutta la pratica e la teoria dell’allenamento e dell’alimentazione piuttosto che abbia quel super fisico nonostante non conosca gran che di alimentazione ed allenamento.
L’euristica della rappresentatività ci fa guardare alle due variabili più salienti: fisico + conoscenza, ignorando tutti gli altri fattori che avrebbero potuto svolgere un ruolo ancora più importante per la costruzione di quel fisico: genetica ed utilizzo di farmaci.
L’euristica della rappresentatività, se non presti attenzione, può causare giudizi sbagliati che potrebbero portare ad accettare cattivi consigli. Se alla super influncer magrissima e tonica o al super influencer grosso e definito fino all’osso modifichiamo il fisico in grassoccio/a e bruttino/a, ti fideresti così ciecamente di ciò che sta dicendo? Rispondi sinceramente
Soluzione:
Separare il fisico che vedi in una persona dai consigli che da. Ascolta quello che dicono i super fisicati e fai domande specifiche, fai le tue ricerche e chiedi ad altre autorità credibili di cui ti fidi e poi prendi una decisione.
3. Il pregiudizio
Proprio come pensiamo a prescindere che qualcuno con un bel fisico sappia cosa stia facendo, allo stesso modo rifiutiamo qualcuno con un fisico non buono perché pensiamo che sappia poco o nulla in merito ad alimentazione ed allenamento. Questo pregiudizio, se non ne sei consapevole, può portare a giudizi sbagliati e scelte improprie.
Supponiamo d’avere due persone: la persona A e la persona B. La persona A è “geneticamente dotata” e semplicemente ha una elevatissima predisposizione a sviluppare massa e forza muscolare. La persona B invece è meno fortunata e ha una genetica bassa e ha molta difficoltà ad ottenere cambiamenti muscolari.
La persona A inizia a leggere riviste sul fitness alla ricerca dell’allenamento perfetto. Dopo un mese o due, iniziando a vedere grandi risultati, associa automaticamente i suoi fantastici risultati all’allenamento di quella rivista di fitness. A sua volta, continua a leggere informazioni di quel tipo e si allena di conseguenza.
Col passare del tempo continua a ottenere grandi risultati e diffonde queste idee ad altre persone.
Il fatto che stia ottenendo grandi risultati non gli dà motivo di studiare o trovare nuovi modi per allenarsi o nutrirsi: “non ho bisogno di fare ulteriori ricerche perché chiaramente quello che sto facendo sta funzionando”.
Altre persone vedono i suoi risultati e iniziano a chiedergli consigli. Sfoggia i consigli che ha letto sulla rivista di fitness che ha letto perché, a sua insaputa, i suoi risultati non sono dovuti al programma ma alla sua genetica.
Nel frattempo anche la persona B inizia la sua carriera in palestra leggendo la stessa identica rivista. Segue tutti i consigli che legge ma ottiene pochi o nulli risultati. Quindi inizia a cercare ulteriori informazioni, si documenta di più, fa molte ricerche.
Nel corso degli anni a causa della povera genetica è stato costretto a trovare più informazioni, fare più domande, leggere, studiare e sperimentare per trovare cosa funziona e cosa no.
Questa è una ragione importatissima per cui molti dei ragazzi nel settore del fitness che stanno facendo molte ricerche tendono a non sembrare così fisicamente impressionanti come alcuni personaggi molto in voga e conosciuti. La loro curiosità ed il bisogno di risposte per migliorare il loro fisico li ha portati ad approfondire la ricerca, ad apprendere ed esplorare perché ogni piccola cosa faceva la differenza.
Soluzione:
La soluzione a questa trappola cognitiva è separare il fisico che vediamo dal consiglio che riceviamo, dobbiamo ascoltare ciò cosa dice la persona, come lo dice e poi fare le nostre ricerche.
4. Il ciclo dell’esaltazione della notizia
Ricordi quando a scuola l’insegnante spiegava alla lavagna un teorema di algebra molto complesso e c’era sempre quel bambino che con velocità alzava la mano per far sapere all’insegnante che aveva commesso un errore nel scrivere la spiegazione?
L’insegnante guardava il bambino, poi la lavagna e poi esclamava: “oh, sì, hai ragione, ho fatto un errore, bravo, ben fatto, almeno qualcuno sta veramente prestando attenzione.”
Quel ragazzo non è solo un dannato eroe per il sistema educativo, ma un esempio di come dovresti affrontare il modo la fuori. Solo perché qualcuno ha milioni di follower sui social ed il suo curriculum di foto su Facebook sia infinito, non significa necessariamente che sappia di cosa sta parlando, non credi?
Il ricercatore sanitario Timothy Caulfield, ha coniato un termine che chiama “The Cycle of Hype”, ecco la spiegazione.
I ricercatori e gli istituti di ricerca sentono il bisogno di essere visti come produttori di informazioni estremamente utili al pubblico. Ciò si traduce in una comunicazione (attraverso documenti accademici, comunicati stampa, interviste, pubblicità ecc) che enfatizza eccessivamente i benefici e mascherano volutamente i rischi ed i limiti della ricerca stessa (ne saprai qualcosa in merito al “vaccino” per il Covid-19).
Questi messaggi vengono raccolti dalla stampa e trasmessi al pubblico, che esprime entusiasmo per tutto ciò e incentiva gli istituti di ricerca ad aumentare a loro volta le informazioni da comunicare.
A breve termine tutti beneficiano di questo ciclo continuo: i ricercatori acquisiscono notorietà, i media ed i giornalisti idem, ma, attenzione, ovviamente il tutto non va a vantaggio del pubblico. Perché? Perché i media svolgono un ruolo attivo in questo meccanismo. L’industria delle notizie, che si tratti di TV, giornali o Internet, è estremamente competitiva. Le storie devono essere vendute non solo al pubblico, ma anche a editori e produttori e tutto questo porta alla tendenza di rappresentare gli eventi scientifici in termini estremi.
La risultante è che la maggior parte di ciò che si sente e si vede in TV, sui social, sui giornali, è puro “intrattenimento”.
Soluzione:
Indipendentemente dal fatto che qualcuno abbia un trilione di follower, abbia un dottorato di ricerca, sia stato nel tuo talk show preferito, sia comparso sulla testata giornalistica più importante, la maggior parte di ciò che ascolti è decisamente piene di m…a
Devi pensare con la tua testa, filtrare ciò che ascolti o leggi e fare ulteriori ricerche su canali meno commerciali.
Esiste questa cosa chiamata “mentalità del gregge”, ed è quando le persone non ascoltano la voce nella loro testa ma seguono il gregge in modo da non essere ridicolizzati. Questo è il motivo per cui il tuo amico o la tua amica mangiano il tacchino al mattino a colazione pensando che sia l’unica soluzione per sviluppare la massa muscolare. Magari pensi anche: “ehi, questo è piuttosto stupido perché una fonte proteica è sempre una fonte proteica”, ma ha deciso che, poiché lo fanno tutti i palestrati grossi, deve essere giusto.
Pensa per te stesso e quando senti quella voce nella tua testa che ti dice che qualcosa non sembra corretto, ascoltala.
Fai sempre domande, spesso ci si fa mille problemi a fare una domanda in più, invece ti consiglierei di inviare messaggi alla persona in privato e chiedere sempre delucidazioni su ciò che non ti è chiaro.
5. Il divario empatico
Hai presente a Natale quando in pieni festeggiamenti mangi fino a non stare bene e proprio mentre stai male ti dici: “Non mi abbufferò mai più così nella mia vita”. Hai presente che accade poi che ritorni a abbuffarti? Come è possibile se ti eri ripromesso di non farlo più?
Quando facciamo una previsione sul futuro, basiamo questa previsione su come ci potremmo sentirci in futuro in funzione di come ci sentiamo oggi. Questa previsione fatta proprio in base a come ci sentiamo attualmente, non è mai realmente accurata, anzi in realtà, è decisamente sempre sbagliata.
Questa incapacità di immaginare il futuro è ciò che gli psicologi hanno definito un divario empatico: l’incapacità di entrare in empatia con il tuo “io” futuro, nel momento in cui sei condizionato dalle tue sensazioni nel presenti, portandoti così a scegliere la gratificazione immediata rispetto al tuo obiettivo a lungo termine.
Sei fermamente convinto che questo sia l’anno in cui inizierai a mangiare bene, ad allenarti e a perdere 10 kg in eccesso. Questo funziona fino a quando non ti trovi di fronte a una situazione che coinvolge in determinata maniera il cibo. In specifici momenti il cibo così gustoso e gratificante sembra molto più attraente degli addominali che volevi disperatamente solo pochi istanti prima.
Soluzione:
Poiché non puoi fidarti di te stesso nel prendere una decisione razionale in situazioni particolari, meglio pianificare il tutto mentre sei in uno stato di tranquillità mentale.
6. Campagna pubblicitaria
Negli anni Ottanta la Coca-Cola dominava il mercato delle bevande analcoliche e la sua rivale principale, la Pepsi-Cola, era incazzata come una iena. La Pepsi-Cola sapeva che aveva un prodotto superiore dal punto di vista del gusto, quindi perché diavolo il pubblico non si accorto di questo?
Per porre fine alla questione e dimostrare finalmente a tutti la superiorità del proprio prodotto, Pepsi-Cola ha deciso di fare un esperimento: un test di degustazione alla cieca intitolato “The Pepsi Challenge”. Con oltre 200.000 persone che hanno degustato questa bevanda, il 62% ha dichiarato di preferire il gusto della Pepsi-Cola. Quando invece queste stesse persone hanno saputo cosa stavano bevendo, hanno preferito il gusto della Coca Cola.
Ciò che i ricercatori hanno concluso è che alla gente non interessa tanto il gusto quanto il marchio.
La Coca-Cola aveva semplicemente un marketing migliore e quando le persone vedevano Pepsi-Cola e Coca-Cola fianco a fianco, associavano automaticamente la Coca Cola come marchio superiore, indipendentemente dal gusto.
Perché ti sto dicendo tutto questo? Perché facilmente si può cadere nella stessa trappola di marketing.
Quando vedi il tuo fitness model preferito, con i suoi addominali scolpiti, i suoi pettorali geometricamente perfetti, i glutei di marmo, brandire un pacchetto dell’ultimo integratore di aminoacidi, ti precipiti subito a comprarlo pensando che sia quello ciò di cui hai bisogno.
Questo è anche il motivo per cui spendi il triplo per quella creatina così costosa, dal nome così scientifico, senza renderti conto che una versione più economica funziona altrettanto bene, se non meglio. O quando sei irremovibile nel comprare i prodotti biologici o come tanto vanno di moda ora i prodotti sostenibili, anche quando non sono affatto migliori di quelli convenzionali. Oppure perché compri determinati bruciagrassi quando non sono altro che pillole con alti dosi di caffeina.
Soluzione:
Prestare attenzione. Se qualcosa sembra troppo bella per essere vero, probabilmente non esiste. Siamo seri, credi onestamente il tuo body builder preferito abbia ottenuto quegli addominali scolpiti, quei bicipiti enormi, quei pettorali da urlo solo attraverso pollo e riso?
7. Impotenza Appresa
Se sei mai stato in un circo e sei come me, probabilmente hai pensato a questa cosa: ma quello è un elefante, è enorme, peserà un trilione di tonnellate e sarà forte come superman, perché diavolo non ha schiacciato i suoi rapitori ed è fuggito?
Un maledetto addestratore di cani, per far smettere i abbaiare i suoi cani quando qualcuno suonava il campanello di casa, applicò loro un collare elettrico che dava una forte scossa quando i cani abbaiavano al suon del campanello. Continuò a applicare questa cosa finché non ebbe più bisogno di dar loro la scossa. I cani reagivano o meglio, non reagivano più, come se fossero colpiti comunque dalla corrente elettrica.
I cani erano definitivamente condizionati, avevano imparato qualcosa di specifico chiamata “impotenza appresa”. L’impotenza appresa è quando una persona o un animale sperimenta ripetuti attacchi di stimoli negativi o dolorosi che influenzano determinati comportamenti e smettono di mettere in atto questi comportamenti indipendentemente che questi stimoli negativi siano ancora in essere o meno.
Quante volte hai accusato la tua genetica per non essere in grado di perdere grasso o costruire massa muscolare? “Beh, non sono il tipo di persona che ha gli addominali scolpiti”, “sono un hard gainer”, “sono solo naturalmente grasso”, “sono troppo vecchio per questo sport” ecc ecc
Questi sono solo esempi di impotenza appresa. L’impotenza appresa è il risultato di conclusioni a cui arriviamo solo perché certe cose sono accadute.
Esistono due diversi tipi di accezione in merito a questa trappola mentale: stabile e instabile (in realtà ve ne sono quattro, ma per il nostro scopo questi due sono quelli che contano).
La prima, quella stabile, è quando una persona conclude che un evento o un comportamento è fuori dal suo controllo e non può fare nulla per cambiarlo. La seconda, quella instabile, è quando una persona invece riconosce che l’evento o il comportamento sia sotto il proprio controllo e può cambiarlo o per lo meno, provare a farlo.
Quando qualcuno incolpa la propria genetica che non gli consente di costruire muscoli o perdere grasso, subisce un’impotenza appresa stabile. Al contrario, se la stessa persona riconosce che dietro all’assenza di risultati c’è un programma di allenamento o un piano nutrizionale totalmente inadatto, è sotto l’accezione instabile.
Nei pensieri di chi comunque subisce l’impotenza appresa, vi è il fatto che non importa quanto si possa provare e sforzarsi, è tutto inutile a causa della propria genetica. Meno sforzi fanno, peggiori sono i risultati ed anche più sforzi si fanno (perché si tende ad esagerare) peggiori sono i risultati. Si entra in una spirale discendente ove qualcosa che non è mai stato vero finisce per diventare vero.
Più continui a incolpare la tua genetica per la mancanza di progressi, più radichi l’impotenza appresa. Più ti dici che la situazione è fuori dal tuo controllo, più inizi a crederci, e ti arrendi.
Soluzione:
Manda a quel paese la tua genetica. Sarai il prossimo Mr Olympia? Probabilmente no. Assomiglierai al tuo atleta preferito? Non so, potresti, forse no, potresti anche finire per sembrare migliore di lui. Il punto è che non lo saprai mai finché non ti impegni e provi. Puoi lamentarti e lamentarti di come la tua genetica faccia schifo, ma questo non cambierà nulla.
Non hai mai pensato che forse la tua genetica è fantastica, ma il tuo piano di allenamento a fare schifo? Non puoi immaginare quanti clienti seguo a cui dei “super big” hanno proposto piani di allenamento veramente idioti.
8. Me lo sono meritato
Sei mai andato/a a correre e poi hai mangiato un “dolcetto” perché pensavi di “meritarlo”? O che ne dici di quella volta che sei stato/a a dieta per una settimana e poi hai passato il fine settimana a “sgarrare” appunto perché sei stato/a a dieta per un’intera dannata settimana, e ovviamente ti meriti uno sgarro?
Questo è quello che chiamo il paradosso del “me lo sono meritato”.
In psicologia questo paradosso è chiamato “auto-autorizzazione” e si verifica quando le persone fanno qualcosa di buono come un corretto esercizio fisico e poi eliminano i benefici di questo allenamento mettendo in atto qual cosa di scorretto come mangiare troppo o male.
Alcuni ricercatori hanno studiato questo fenomeno e hanno scoperto che quando dei fumatori assumevano multivitaminici, secondo il loro ragionamento, credevano che le vitamine riducessero il rischio di cancro e quindi, non solo continuavano a fumare, ma fumavano il doppio di prima.
Soluzione:
I fumatori che assumono integratori alimentari possono ingannarsi quanto voglio nel pensando di essere protetti dal cancro e da altre malattie. Ricorda ai fumatori attenti alla salute che i multivitaminici non prevengono il cancro e se pensano alla al loro vero benessere, dovrebbero smettere di fumare piuttosto che mettere in atto sgarri inutili.
10. Il ‘segreto’ t o i vostri obiettivi
Alcuni anni fa cosa di miracoloso ha preso d’assalto il mondo, promettendo salute, ricchezza, felicità e amore.
Questo miracolo è stato un libro intitolato ‘The Secret”. Voi sapere quale sia il segreto? Ti fermi a pensare a tutte le cose che vuoi, e se pensi abbastanza intensamente a ciò, l’universo ti aiuterà a realizzare tutti i tuoi desideri. Un po’ stupido, che ne pensi?
Questa stessa linea di pensiero si è manifestata anche nel mondo del fitness. Su Instagram ci sono mille pubblicazioni che citano frasi motivazionali che non significano nulla, che sono il vuoto cosmico.
Quante persone nel mondo del fitness che dicono a tutti quanto sarà facile perdere grasso se avrai un’attitudine positiva, che non avrai mai più fame perché avrai un atteggiamo positivo? Bene questa roba non funziona perché è una stronzata, non è così che funziona la vita reale. Quindi usciamo dal Paese delle Meraviglie e torniamo alla realtà.
Ciò che veramente può aiutarti nel raggiungere i tuoi risultati è trovare il modo per affrontare con razionalità ed intelligenza il mondo reale, non pensare che ci sia un qualcosa su nell’universo che ti risolverà i problemi.
Soluzione:
Non fantasticare sui tuoi obiettivi per quanto riguarda il tuo fisico. Fai il contrario. Visualizza il non raggiungere il tuo obiettivo. Sì, ti sto dicendo di immaginare di fallire. Ora, una volta che hai questa immagine nella tua testa, scrivi tutte le potenziali ragioni per cui ciò potrebbe accadere.
Hai scritto tutto? Eccezionale. Ora hai un elenco di tutte le cose da non fare durante il tuo viaggio verso il raggiungimento dei tuoi reali obiettivi.
Luca Bonmartini
Personal Health Coach – Aesthetic Medical Assistant
Founder of BioAllenamento Training System & EMS-Tone System