I Fitati, l’alimentazione vegana, salutare o rischio per la salute?

Scegliere un’alimentazione vegana può provocare danni alla salute?

Questa è una domanda che richiede risposte ben precise, poiché spesso ci si domanda se nutrirsi in modo vegano o vegetariano, significa fare la scelta migliore, la più salutare, la più naturale.

Non mi vogliano i cultori delle diete vegetariane o vegane, ma alimentarsi con una specifica e limitata serie di alimenti, eliminandone degli altri non è proprio sinonimo di equilibrio e sappiamo tutti che invece il nostro organismo per funzionare al meglio ha bisogno di equilibrio.

Uno stile di vita sano è basato su abitudini quotidiane sane, ed un equilibrio in merito a quello che mangiamo, quanto mangiamo, quando mangiamo e soprattutto cosa mangiamo fa parte integrante di un percorso dedicato alla salute ed al benessere del corpo.

Acido Fitico e Fitati: i pro e i contro

Anche la frutta, i legumi, i cereali contengono sostanze che in alcuni casi anziché essere salutari possono provocare dei disturbi o perlomeno disturbare il naturale funzionamento del nostro organismo. Un’alimentazione ricca di cibi di origine vegetale per certi versi è una scelta intelligente, una scelta sana, ma ci sono anche esperti che contraddicono questa teoria con dati scientifici alla mano, tutto ciò che è di origine vegetale contiene una sostanza particolare, ovvero i fitati.

Molti non sanno che cosa siano, altri invece li citano in modo errato senza tenere in considerazione le loro vere caratteristiche, che sarebbero in pratica un problema per chi pratica l’alimentazione puramente vegana. I fitati sono responsabili di un scarso assorbimento dei nutrienti, ovvero bloccano in qualche modo l’effetto benefico e nutrizionale degli alimenti vegetali che vengono consumati. Quindi in base a questa teoria i cibi integrali ed i legumi, tipologie di alimenti ricchissime di fitati, possono essere un problema e non un beneficio.

Nutrirsi in modo integrale è salutare oppure no?

I fitati in pratica sono degli antiossidanti presenti nei cereali, nella frutta secca, nei legumi, nei semi, tutti prodotti che vengono consumati largamente da chi è vegano. In pratica i fitati sono accusati di rallentare l’assorbimento del ferro, dello zinco e di altre sostanze importanti per il benessere dell’organismo.

Il problema potrebbe essere saltato a piè pari alimentandosi con il mood “Plant Based” optando per un bilanciamento ottimale tra i vari alimenti che devono essere suddivisi nei pasti con varietà, dobbiamo anche sottolineare comunque che nonostante possano essere accusati di rallentare l’assorbimento delle sostanze nutritive i fitati hanno anche una spiccata azione antinfiammatoria benefica.

Un’alimentazione molto ricca di fibre ha come conseguenza l’assunzione di grandi quantità di fitati, da qui la domanda se nutrirsi in modo integrale sia salutare oppure no. In effetti i pro e contro sono in perfetto equilibrio se da una parte nutrirsi in maniera integrale può rallentare leggermente l’assorbimento di alcuni nutrienti da un’altra parte i fitati svolgono un’azione antinfiammatoria e scongiurano gli eccessi di alcuni minerali che portano a reazioni avverse.

Ma si può bilanciare tutto perfettamente distribuendo nei vari pasti giornalieri gli alimenti in modo vario, assumendo così nell’arco dell’intera giornata una quantità ottimale sia di fibre che di proteine. Quindi se da una parte l’alimentazione vegana produce una scarsa assimilazione da un’altra aiuta l’organismo a combattere infiammazioni di vario genere e genera un equilibrio ottimale proprio nei micronutrienti che spesso vengono assunti in quantità eccessive.

Alimentazione vegana: salutare se ben equilibrata

Autorevoli studi su questo argomento sia nazionali che stranieri hanno affermato che tra le varie cause di morte nei paesi sviluppati vi sono le malattie croniche non trasmissibili, in parte correlate proprio all’alimentazione.

L’effetto di queste malattie sulla salute pubblica ha stimolato una considerevole ricerca volta a indagare i loro fattori di rischio primari che sono: stress, fattori genetici, assunzione scarsa o eccessiva di cibo e scarse attività di esercizio fisico. Pertanto, gli alimenti salutari come ad esempio frutta, verdura, olio di vario tipo, cereali e semi, sono fonti di composti bioattivi che promuovono la buona salute e la prevenzione delle malattie.

Tra i loro componenti ci sono sostanze non caloriche identificate come non nutrienti ovvero i fitati, polifenoli, fitosteroli, e saponine, che hanno un ruolo importante nella regolazione delle vie metaboliche, nel mantenimento della salute e nella prevenzione delle malattie non trasmissibili. Lo scopo di questo studio è stato di dimostrare e rivedere le prestazioni di alcuni non nutrienti, come per esempio la loro azione antiossidante e antinfiammatoria della quale abbiamo già parlato in precedenza.

Nutrizione vegana: sana ma non per tutti

Ma la modulazione del nutrimento vegano si identifica anche nel profilo lipidico anti-aterogeno, riferito a colesterolo lipoproteico ad alta densità e alla lipoproteina a bassa densità ossidata e ai triacilgliceroli, con riduzione dell’assorbimento intestinale di glucosio e grassi, aumento della sensibilità all’insulina e stimolazione della sintesi di ossido nitrico, e altri processi che non sono sempre avversi per la salute.

Infatti non bisogna generalizzare poiché la decisione di alimentarsi con solo prodotti di origine vegetale per molte persone è perfetta, mentre per altre no, tutto dipende dallo stato di salute di ognuno, dalle caratteristiche fisiche e dallo stile di vita personale. Scegliere la nutrizione integrale è una scelta da fare con cautela valutando con attenzione il proprio storico alimentare e fisico.

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