La farina grillo è sana, utile e sostenibile?

Lo sai che dal 24 Gennaio 2023 è stato approvato un decreto per cui potrai trovarti nel piatto la farina di grillo?

Nel pieno della pandemia e precisamente l’8 luglio del 2020, iniziò da parte della Commissione Europea un iter specifico non sicuramente per fronteggiare ciò che stava accadendo a livello mondiale a causa del Covid-19, ma bensì un percorso per l’approvazione della farina di grillo ad uso alimentare.

L’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) nel marzo 2022, ha divulgato un parere scientifico positivo in merito alla sicurezza della polvere di grillo domestico (intera parzialmente sgrassata)  come nuovo alimento da inserire nel mercato.

L’International Platform of Insects for Food and Feed ha dato il suo benestare delle autorità degli Stati membri dell’Unione Europea anche per l’autorizzazione e la futura commercializzazione di preparati congelati e liofilizzati del Alphitobius diaperinus: il verme minore della farina.

Pronti alla lettura?

I problemi reali della farina di grillo

1° problema: la polvere di grillo domestico fa parte della categoria dei cibi ultra processati.

Si, hai letto bene, la polvere intera parzialmente sgrassata dell’Acheta domesticus, il grillo domestico, è un cibo altamente processato. Quante volte i nutrizionisti, i dietologi ci hanno bombardato la testa cercando di farci capire di stare ben lontani dai cibi processati perché non salutari?

Quante volte i professionisti della nutrizione ci hanno detto di inserire nelle nostre diete solo con cibi non raffinati, che non hanno subito processi chimici particolari? Esempio pratico molto semplice, quante volte al bar chiedi lo zucchero di canna rispetto a quello bianco, proprio perché il primo è meno elaborato del secondo? O quante volte è stato sostenuto dagli scienziati che carni processate come gli affettati sono pericolosi per la salute rispetto ad un sano petto di pollo?

Questa polvere di grillo che ormai vogliono costringerci a farci mangiare o comunque ad essere inclusa negli alimenti che quotidianamente acquistiamo, è costituita dalla polvere parzialmente sgrassata ricavata da questo insetto, attraverso una serie di precise fasi di raffinazione industriale, vediamole insieme:

  • digiuno degli insetti per 24 ore, tale da consentire lo svuotamento intestinale delle feci;
  • uccisione dell’animale tramite congelamento;
  • operazione di lavaggio;
  • operazione di trattamento termico;
  • fase di essicazione;
  • fase di estrazione dell’olio attraverso il meccanismo di estrusione meccanica;
  • macinazione.

Stiamo inoltre attenti al contenuto proteico di questa farina. Si perché in merito ai valori nutrizionali comunicati dai produttori stessi, che la farina di grillo dichiarata da loro come farina iper proteica, conterrebbe circa il  74/78% di proteine.

Oggi siamo tutti a conoscenza degli effetti di un eccesso di proteine di origine animali nel nostro organismo, sappiamo che dobbiamo stare attenti a non assumerne un quantitativo troppo elevato perché sappiamo che un eccesso può essere dannoso per la salute.

Sappiamo inoltre che ogni proteina ha un valore biologico, ovvero un valore correlato alla composizione in amminoacidi ed alla digeribilità della proteina stessa, ed è praticamente il rapporto tra l’azoto trattenuto e l’azoto assorbito. Le proteine delle uova, del latte, del pesce, della soia sono note da moltissimi anni, sono studiate e sono ben noti gli effetti sul corpo umano.

Per le farine provenienti invece dagli insetti non esistono ancora dati sul loro possibile impatto sulla salute e non si sa nulla in merito al rischio concreto di allergie. Sappiamo benissimo che più un alimento è processato, raffinato, modificato, più può dare vita ad allergie o intolleranze, ma sembra che la salute delle persone venga messa in secondo piano rispetto al businnes.

perché dico questo, semplice, perché chiunque, anche chi è vegetariano o vegano e quindi è un pò più limitato in merito a fonte proteiche, sa bene che è consentito ottenere una farina proteica da diversi cibi come ad esempio il latte, il seitan o la soia solo per citarne alcune, semplicemente eliminando da questi alimenti l’acqua e altri macronutrienti.

Quindi la domanda che mi sorge spontanea è: dov’è l’innovazione? La produzione di questa farina è veramente sostenibile come dicono? Mangiare insetti è realmente salutare? Oppure l’idea optare di inserire gli insetti nei nostri piatti per diminuire la crisi climatica è un’altra assurda dimostrazione dell’ennesima e senza senso non volontà di affrontare realmente le cause del cambiamento climatico?

2° problema: il solo pensiero per molti è disgustoso

Dai ammettiamolo, per molte persone l’idea di mangiare insetti provoca sicuramente un forte disgusto. Anche solo l’idea di cibarsi di alimenti che derivano o che contengono insetti non è molto gradito, per non dire quasi vomitevole.

Secondo la FAO, la Food and Agriculture Organization, un cibo per essere realmente sostenibile deve anche essere culturalmente accettato.

È vero che in altri continenti e in altre culture gli insetti sono considerati cibo, ma lo stesso ragionamento non può ovviamente essere detto per la nostra. Ricordati che in Cina, Indonesia, Corea, Taiwan, Vietnam, Messico, Filippine, Polinesia ed in alcune zone rurali della svizzera si mangia tranquillamente carne di cane, tu mangeresti carne di cane? Quale sarebbe la tua reazione se le i governi decidessero di imporci il consumo di carne di cane o gatto? Sai perché hanno scelto gli insetti? In mia opinione solo perché sono animali molto lontani e diversi da noi, animali con cui fatichiamo a empatizzare e quindi tutti possono far leva sul concetto che è meglio uccidere un grillo che una vacca e quindi oltre che inquinare meno, siamo anche più umani.

Tutto questo però potrebbe avere un risvolto positivo per noi, la grossa parte di chi è contrario, disgustato da ciò che sta accadendo, tornerà a preparare in casa pane, pasta, sughi, biscotti, purè. Si tornerà finalmente alla materia prima ed a cucinare ed a produrre veramente come facevano i nostri nonni e bisnonni (che guarda caso erano meno, ma molto meno allergici ed intolleranti agli alimenti rispetto a come lo siamo noi oggi ed a come potremmo esserlo ancora di più un domani se continuiamo ad alimentarci con cibi elaborati).

3° problema: rischio di parassitosi o patologie virali veicolate dalle farine degli insetti.

4° problema: possibile crescita senza controllo della popolazione di insetti

Possiamo ragionevolmente aver timore che oltre al possibile danno per salute di un mancato controllo di consumo di proteine, ci sia inoltre il rischio concreto che l’allevamento intensivo di questi insetti possa mettere in atto delle crescite incontrollate che potrebbero sfuggire al controllo di chi li alleverebbe, andando a danneggiare l’ambiente con danni incalcolabili all’agricoltura ed all’ecosistema.

Tu penserai come possa mai accadere da un allevamento di grilli possa esserci questo rischio, ma sicuramente non si tratta di tenere sotto controllo una mandria di mucche, gli insetti sono di dimensioni nettamente inferiori, ed una fuga potrebbe essere essere reale.

5° problema: questi insetti hanno necessità di elevate temperature per vivere

Per molti paesi presenti in Europa, che in questo momento stanno già investendo in questo sistema, questo è un punto sicuramente da tenere in considerazione. Perché, ti starei chiedendo? Per allevare questi insetti vi è necessità di temperature che si aggirano intorno ai 30 gradi centigradi e per un’azienda, questo a livello energetico è per un’azienda un fattore non trascurabile. Siamo in pieno di una forte crisi energetica e quindi la tanto decantata ecosostenibilità in merito all’allevamento di questi alimenti a base di farina insetti non si capisce dove sia, come possa avere un chiaro riscontro nella realtà dei fatti, se non un palese scopo speculativo. Esattamente come sta accadendo per le auto elettriche.

La presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, la dottoressa Luciana Baroni ha dichiarato che in un continente ricco come l’Europa non vi è necessità di aumentare il consumo di proteine, al contrario c’è bisogno di diminuirlo. Secondo la dott.ssa Baroni c’è bisogno di consumare un maggior numero di cibi di origine vegetale che sono ricchi di fibre, di carboidrati complessi e di alimenti fitocomposti che hanno un’azione preventiva nel proteggere l’organismo dalle principali malattie.

Dove potrai trovare la farina di grillo? In quali alimenti potrà essere inserita?

Dal 24 gennaio 2023 è stato approvato dall’Unione Europea un nuovo regolamento dove vi è dichiarato che la polvere di grilli sarà consentita in determinati prodotti alimentari come pane, cracker, biscotti.

Si hai capito bene, non capiterà che al supermercato troverai la farina di grillo al fianco della farina di grano, farina d’avena, farina di farro così che potrai evitarla facilmente, essa sarà presente negli alimenti che tu ora hai sicuramente in cucina. Così che se non vorrai trovarti nel piatto senza che tu te ne accorga farina di insetti, dovrai accuratamente leggere gli ingredienti presenti in ogni alimento che acquisterai.

Se vuoi spaventarti, ecco nello specifico in quali prodotti ed in quali quantità (calcolate su 100 grammi di prodotto) potrà essere presente la farina di grillo:

  • Biscotti (massimo 1,5 grammi )
  • Panini multicereali, pane, cracker e grissini (massimo 2 grammi)
  • Prodotti analoghi della carne (massimo 5 grammi)
  • Barrette ai cereali (massimo 3 grammi)
  • Salse di vario genere (massimo 1 grammo)
  • Premiscelati secchi per prodotti da forno (massimo 3 grammi)
  • Siero di latte in polvere (massimo 3 grammi)
  • Semi oleosi e frutta a guscio (massimo 2 grammi)
  • Snack a base di farina di mais (massimo 4 grammi)
  • Prodotti secchi a base di pasta (massimo 0,25 grammi)
  • Dolci al cioccolato (massimo 2 grammi )
  • Prodotti a base di patate (massimo 1 grammo)
  • Piatti a base di legumi e verdure (massimo 1 grammo)
  • Pizza (massimo 1 grammo)
  • Preparati di minestre e minestre concentrate o minestre in polvere (massimo 1 grammo)
  • Bevande simili alla birra (massimo 0,1 grammi)
  • Spuntini e snack (massimo 5 grammi )

Bene direi, noo??

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