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Passione moto? Scegli il casco giusto!
La scelta del casco è importante, non possiamo avere moto da diecimila euro e poi risparmiare sulla sicurezza scegliendo un casco di scarsa qualità.
Sono amante delle moto da quando avevo 14 e me ne andavo in giro con il mio Ciao della Piaggio.
Quando si acquista un casco si dovrebbe pensare alle condizioni di utilizzo con cui andremo ad utilizzarlo. Sembrerà strano, ma determinate calotte plastiche con temperature che scendono al di sotto dello zero diminuiscono la loro resistenza all’urto in modo esponenziale correlato al calare della temperatura. Questa perdita di protezione può arrivare persino al 40% in meno a temperature vicine ai -20 gradi.
Attenzione che il casco esposto al vento, può arrivare a temperature nettamente inferiori rispetto quella dell’aria.
Valutiamo la calotta esterna
Dobbiamo fare una premessa, ovvero che il fattore sicurezza viene garantito dall’omologazione ECE 22/05.
La calotta esterna è ciò che può essere paragonato ad una sorta di scudo del casco ed ha come funzione la prima barriera contro gli urti, come protezione degli altri componenti del casco. Attenzione, la calotta esterna non assorbe energia, ma ha maggiormente la funzione di distribuirla su tutta la sua superficie. Può essere prodotta in fibre composite o in materie plastiche.
È di fondamentale importanza sottolineare che una calotta in materie plastiche non è per forza più o meno sicura a paragone di una calotta in fibre composite. Perché la qualità e di conseguenza la sicurezza di un casco non derivano da uno solo dei componenti con cui esso è fatto, ma bensì dal completo “sistema di sicurezza”.
Possiamo quindi dedurre che le calotte in fibra di vetro e le calotte in plastica sono valide in egual modo, ma possiedono caratteristiche diverse.
Vediamo ora nel dettaglio le principali differenze nei metodi di produzione e stampaggio dei caschi in fibre composite rispetto a quelli in materiale plastico.
Calotta in Fibre composite. Materiali e stampaggio
Una calotta in fibre composite, o come si può chiamare in vetroresina, può essere in mono composito di solo carbonio, in bicomposito di carbonio e fibra di vetro oppure fibre aramidiche e fibra di vetro, o in tricomposito, cioè solitamente fibra di vetro, carbonio e fibre aramidiche oppure dyneema, carbonio e fibre aramidiche.
Queste fibre vengono amalgamate e rese rigide grazie all’utilizzo di speciali resine termoindurenti con base epossidica; la fibra aramidica più conosciuta viene prodotta dalla Dupont e prende il nome conosciuto a tutti di Kevlar®, mentre il dyneema è una fibra di vetro speciale con caratteristiche di resistenza più elevate rispetto alla normale fibra di vetro.
Il carbonio è il tessuto più costoso ed anche più nobile tra quelli utilizzati per lo stampaggio delle calotte dei nostri caschi. Nonostante la sua elevata resistenza alle rotture, una volta impregnato di resina, diventa rigidissimo e, nel caso oltrepassi il limite della sua resistenza, può arrivare a frantumarsi. Per questo motivo il carbonio non viene mai utilizzato da solo, ma sempre accompagnato da una o più fibre aramidiche.
Le fibre aramidiche sono le più specifiche e dedicate per lo stampaggio di una calotta perché mantengono intatte le loro caratteristiche di elasticità e resistenza, anche dopo essere state trattate con la resina. Sono fibre praticamente impossibili da distruggere anche se sottoposte a forze molto elevate: vi basta pensare che per far brillare gli esplosivi, l’esercito israeliano utilizza coperte di puro Kevlar®, in grado di attutire l’effetto della deflagrazione. Incredibile vero?
Da tenere in considerazione, oltre all’altissima resistenza, è la rinomata leggerezza di questi materiali.
Lo Stampaggio
Vi sono diverse tecniche di stampaggio, ma quella più classica e diffusa è denominata bag moulding; essa avviene attraverso appositi stampi e speciali macchine da stampaggio. Tutti i processi di produzione di un casco possono essere svolti senza macchinari, ma le migliori aziende sono dotate di macchinari che servono non solo ad aumentare le quantità del prodotto, ma, soprattutto a garantirne una qualità costante su una produzione di larga scala.
Una volta stampata, la calotta del casco in fibre composite deve essere tagliata, cosa questa che può avvenire manualmente, altresì grazie ad appositi robot a getto d’acqua, dotati di braccio meccanico, controllato da un computer, che direziona un getto d’acqua talmente potente e preciso da tagliare la calotta secondo le esigenze del produttore.
Concluse queste operazioni, la calotta va al reparto stuccatura ed infine a quello verniciatura, dove, vengono applicati anche i loghi ed eventuali grafiche.
Calotta in Plastica. Materiali e stampaggio
La calotta in plastica, a differenza dalla precedente, prevede una produzione meno complessa; lo stampaggio avviene ad iniezione con l’utilizzo di appositi macchinari e stampi, macchinari generalmente in acciaio. Il procedimento è semplice, nello stampo viene iniettato il materiale plastico fuso, che andrà in seguito a riempire tutto lo spazio creato al suo interno; in seguito lo stampo verrà raffreddato, aperto, per consentire poi l’estrazione della calotta.
A differenza di una calotta in fibra, i tempi di stampaggio sono più rapidi e non necessitano di macchinari da taglio, perché la calotta in plastica esce dallo stampo già pronta per la verniciatura. Anche il processo di verniciatura di una calotta in plastica è più elementare rispetto a quello richiesto da una calotta in fibra, non è prevista alcuna stuccatura ed una volta verniciata ed eventualmente abbellita graficamente, la calotta può essere inviata al reparto di assemblaggio.
I materiale usati per la creazione delle calotte in plastica sono il policarbonato o il polimero ABS, la cui sigla sta ad indicare i suoi componenti: acrilonitrile, butadiene e stirene. Tra i due materiali, quello dalle migliori caratteristiche d’assorbimento degli urti è il policarbonato, ma è anche il più costoso: un ottimo policarbonato ha una resistenza all’impatto superiore rispetto all’ABS, ma risulta più pesante e sensibile all’indebolimento causato dalle vernici che, anche se speciali, per aderire alla calotta, seppur in maniera molto blanda, lo aggrediscono.
È doveroso dire che la calotta di un casco è uno solo dei componenti che lo compongono e non ne definisce la qualità: quindi non è corretto dire che un casco in ABS sia meno sicuro rispetto ad uno in policarbonato.
Differenze tra una calotta in Plastica e una in Fibre composite
Sbalzi termici
Mentre le fibre composite non risentono degli sbalzi termici, le materie plastiche sono sensibili al caldo ed al freddo: questo sta a significare che da una parte le calotte in fibra di vetro mantengono inalterate le loro caratteristiche originarie nel tempo ed i polimeri che compongono il policarbonato o l’ABS tenderanno a dilatarsi con l’aumentare della temperatura e a restringersi con il freddo.
Inoltre, le materie plastiche usate per lo stampo dei caschi risentono degli effetti dei raggi UV che invece non danneggiano le calotte in materiale composito. Per ovviare a questo vengono utilizzate moderne vernici che ricoprono le calotte in plastica, così da proteggere in parte in casco dall’effetto dei raggi UV.
Vernici e materiali chimici
Per quanto riguarda le calotte in ABS o in policarbonato, vi è la necessità di utilizzare particolari vernici che non danneggino la plastica, essendo per sua natura sensibile ad alcuni prodotti chimici come oli, benzine, alcool e anche alla colla di determinati adesivi, tutti elementi che possono deteriorarla.
Per questa ragione, è meglio evitare di applicare adesivi sopra una calotta in plastica, mentre possiamo applicarli tranquillamente su di un casco in fibra, senza in nessun modo danneggiarlo.
Resistenza agli urti
Studi di laboratorio hanno evidenziato che in caso di impatti molto forti, una buona calotta in fibra di vetro riuscirà a sopportare l’urto in misura maggiore rispetto ad una pari calotta in plastica: è questo la ragione per cui i piloti che gareggiano nelle competizioni automobilistiche e motociclistiche utilizzano solo caschi in fibra di vetro.
Ricordo però che tutto questo non significa che un casco con in fibra di vetro sia migliore o più protettivo in confronto ad un casco in plastica. Non dobbiamo dimenticare infatti che nel concetto più ampio di sicurezza la calotta esterna è solo uno dei componenti che compongono il nostro casco.
Conclusioni, qual è il casco migliore
Quanto spiegato sopra, è stato scritto con il motivo esclusivo di consentire ai motociclisti di conoscere un po’ meglio il loro casco e di effettuare le scelte in modo più consapevole.
Concludiamo che il casco con calotta in materiali compositi ha in generale un prezzo superiore rispetto ad un casco con calotta in plastica, ma questo non perché sia più sicuro, ma per il motivo che le materie prime e il processo coinvolti nella sua produzione sono più complessi e costosi a confronto di quelli necessari per la fabbricazione di un casco in plastica.
Sul mercato esistono moltissimi prodotti con prezzi diversi. Alcuni modelli di caschi integrali in policarbonato possono essere venduti a prezzi superiori rispetto a caschi integrali in fibra di vetro, il tutto dipende dalla qualità totale del sistema di sicurezza, dagli stampi, dai materiali utilizzati, dal design, dal progetto non trascurabile anche dal luogo di produzione.
Buon acquisto a tutti